Finisterre – Un Italiano in Bretagna

Finisterre – Un Italiano in Bretagna

Rivista di turismo, cultura e vacanze per gli italiani che amano la Bretagna

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Le Conquet là dove finisce la terra

*Le Conquet é il comune più a ovest di Francia e quindi di Bretagna. Sulla punta della punta, questo paesotto di 3000 abitanti, vive al ritmo dei battelli da pesca e traghetti che vanno e vengono dal porto.  Finisterre vi invita a una visita.

 


 


 

Immaginiamo di arrivare in traghetto. Siamo partiti dal porto di Brest al mattino presto, sul Fromveur II che prende il nome dal temuto tratto di mare verso l’isola di Ouessant.

L’isola di Ouessant é anche la meta del traghetto ma noi ci fermermo per ora al primo porto. Durante la risalita del “Goulet” (Il Goulet é la strettoia di mare che separa la rada di Brest dall’oceano Atlantico), il Fromveur sembra faticare un po’, colpa della marea montante, si pazienta, poi il collo (il goulet) si apre e si vede il faro del Minou (video) a tribordo, magnifico, che fa la guarda alla rada di Brest. Seguiranno l’ansa di Berthaume sempre a destra, e il sito della Punta di Saint Mathieu con le rovine suggestive dell’Abbazia.

mathieu
Il faro di Saint Mathieu e l’Abbazia omonima

Il traghetto segue la costa alta e frastagliata fino alla punta “Du Renard” (la volpe), passa davanti a un brutto hotel abbandonato, continua come se si fosse dimenticato della tappa, poi vira decisamente a destra per infilarsi al porto, scendiamo.

Poco più avanti si vede un furgone bianco parcheggiato sul molo con una coda di persone che attendono il loro turno pazientemente. Si tratta di una pescheria improvvisata all’arrivo dei battelli da pesca.

pescheria improvvisata al porto all'arrivo dei battelli da pesca
pescheria improvvisata al porto all’arrivo dei battelli da pesca

Risaliamo verso il paese guardando le barche nel porto vecchio, tutte allineate fronte mare. Di fronte a noi dalla parte opposta, la penisola di Kermorvan verde e salendo ancora un po’ verso il centro del paese, lo sguardo può andare al resto della costa verso nord-est con la grande spiaggia detta “Les Blancs Sablons” e la punta di Corsen sullo sfondo.

Le barche ormeggiate al riparo dietro il porto
Le barche ormeggiate al riparo dietro il porto

 

Un po’ di storia camminando: Le Conquet si dice in bretone Konk-Léon. Konk vuol dire ansa e Léon é il nome antico del cantone. E’ abitato dall’antichità anche se i reperti storici cominciano a citare il paese o meglio il porto, a partire dal 13° secolo e sempre per affrontamenti legati alla guerra contro gli inglesi. Fino al 15° secolo e oltre, si parla di navi, battaglie e saccheggi, duchi bretoni e re inglesi. Di questo periodo resta la cosiddetta “Maison des Seigneurs”, datata 15° secolo, una casa fortificata sul bordo tra mare e villaggio, riconoscibile dalla tipica torre a strapiombo sul mare. Avrei potuto affittare una stanza (!) per una settimana direttamente nel castello, (ma essendo una visita virtuale….) qualcuno mi dice anche che esisterebbe un passaggio sotterraneo tra la casa e l’altra sponda del porto verso la penisola di Kermorgan. Mi riprometto di verificare la prossima volta, per ora continuo a salire verso il centro del paese.

La casa fortificata detta "La Maison des Seigneurs"
La casa fortificata detta “La Maison des Seigneurs”

La strada sale abbastanza ripida tra vecchie case e creperie, una volta arrivato in alto, mi posso godere uno scorcio di mare e di cielo blu (crecando i segni del famoso sottopassaggio che non troverò e incominciando a pensare che forse si tratta di una leggenda e basta).

la strada che sale al centro di Le Conquet vista al ormeggio e penisola di kermorgan in secondo piano
la strada che sale al centro di Le Conquet con vista dell’ ormeggio e penisola di kermorgan in secondo piano

Il centro storico é piccolo ma ben tenuto, abbastanza animato soprattutto al mattino per le spese acquisti e commissioni. Oltre a una pescheria che vedrò più avanti, e a diversi ristoranti e negozi di abbigliamento e souvenir, appena arrivato vedo sulla destra una creperia in una casa tipica bretone che più tipica non si può,  e poi un bar dove andavo a ascoltare i concerti gratuiti durante i “mercoledi del Conquet” . Tutti i mercoledi d’estate il paese si anima con concerti gratuiti e manifestaizoni varie. Ho detto bar ma dovrei dire pub, visto l’ambiente e le birre proposte.

Una creperia tipicissima a Le Conquet
Una creperia tipicissima a Le Conquet

Continuo la strada del centro cercando un ristoro, la traversata e la risalita mi hanno messo in appetito. Entro nella creperia a sinistra (Louise de Bretagne), decoro interno molto curato, chiedo la carta delle crêpes e una tazza di sidro “brut”  (sempre brut almeno per le crepes salate mi raccomando). Dopo aver scorciato tutte le proposte e dopo aver esitato a lungo faccio come al solito e prendo sempre la stessa crêpe che essendo con la pastella di grano saraceno si chiama galette. Quindi  prendo una galette “complète” (prosciutto formaggio e uovo) e una crêpe caramello e mele. Un caffé, (in Bretagna per il caffé bisogna essere comprensivi, non si puo pretendere) e sono pronto a andare a vedere la famosa spiaggia dei sabbioni bianchi.

Un'altra creperia in centro a Le Conquet buona e bella
Un’altra creperia in centro a Le Conquet buona e bella

Per andare alla spiaggia, devo tornare giù e andare a destra risalendo la ria cioé il mare che diventa fiume o mare in funzione dell’andare e venire della marea. Passo davanti a una delle più vecchie case del paese: La Casa Inglese o degli inglesi, detta così perché sarebbe una delle otto (otto di numero) case rimaste in piedi dopo un saccheggio degli Inglesi a metà del 16° secolo. Casa massiccia in effetti tutta in granito costruita sulla roccia. Arrivo di nuovo di fronte al porto vecchio e passo davanti a un’altra serie di case antiche anch’esse datate 15/16° che hanno la particolarità (o meglio avevano) di servire come residenza e anche deposito/riserva accessibile direttamente dalle barche sul porto.

le più vecchie case di Le Conquet deposito al piano terra e residenza al primo
le più vecchie case di Le Conquet deposito al piano terra e residenza al primo

 

Il porto si riempie di acqua.

Il porto di Le Conquet é  detto in “eau profonde” che in bretagna vuol dire che i battelli possono attraccare anche durante la bassa marea. Nel passato i porti naturali di acqua profonda erano pochi in questa regione oltre al Conquet, solo Brest e Lanildut. Non si direbbe a guardarlo ora, ma nel 17° secolo il porto di Le Conquet superava quello di Brest come traffico sopratutto per il commercio del vino di Bordeaux e del sale di Guerande in direzione del nord Europa e della Gran Bretagna.

Preso dalle mie riflessioni sul vino e il sale, sono quasi sorpreso arrivando alla passerella che permette di traversare la ria (questa volta sopra il mare e per davvero).

la passerella che permette di andare a Le Conquet alla penisola di Kermorgan
la passerella che permette di andare a Le Conquet alla penisola di Kermorgan

La passerella permette ai ragazzi del paese di andare a piedi d’estate alla grande spiaggia situata dietro la penisola di Kermorvan. La grande spiaggia detta Plage des Blancs Sablons che é anche la meta della mia passeggiata, é a mio avviso una delle spiagge più belle di tutta la bretagna sia come spiaggia che come ambiente naturale. Dietro alla spiaggia si estende la duna con la “brughiera” un tipo di ambiente naturale tipico della Finistère con suolo sabbioso e piante rudi adatte al clima oceanico. Traversata la brughiera arrivo finalmente alla spiaggia.

A quest’ora la marea é alta e le foto della spiaggia non le renderebbero giustizia; preferisco prendere in prestito una foto dalla fototeca del Comitato Regionale del Turismo della Bretagna, giudicate voi:

JOB Nicolas Vue aérienne de la plage des Blancs sablons au Conquet CRT Bretagne
JOB Nicolas – Vue aérienne de la plage des Blancs sablons au Conquet – CRT Bretagne

La grande spiaggia serve a tante cose in Bretagna, a fare il bagno certo, a prendere il sole quando c’é, a correre perché la sabbia é dura e ci si potrebbe anche andare in auto, ogni tanto ci sono dei veicoli a ruote ma con una vela come mezzo di propulsione si chiamano chars à voile. Quando c’é vento come nel giorno della foto, si puo praticare il paracadute ascensionale (guardando bene ce n’é uno blu in basso sulla foto), quando ci sono le onde grosse si pratica il body board o addirittura il surf.

bodybordista alla Plage des Blancs Sablons
bodybordista alla Plage des Blancs Sablons

Il bodyboard é molto divertente: occorre una muta estiva e il bodyboard medesimo; poi si prendono le onde e via come un surfer della costa pacifica solo che si sta sdraiati proni sulla tavola. Quel giorno non c’era molta gente a fare il body anzi a guardare bene ce n’era uno solo (era inverno). Io guardo, il mare mi rilassa (anche quello virtuale delle foto). E riguardando la grande foto della grande spiaggia posso notare in alto il paese Le Conquet, il porto poco a destra, la spiaggia grande in basso con la brughiera alla sinistra e la penisola di Kermorvan in alto. Ho visto tutto mi manca solo il giro della penisola da fare a piedi sul sentiero dei doganieri. Ci vorrà un ora e mezzo ma forse di più se mi fermo a fare foto. Dico arrivederci alla grande spiaggia, giro i tacchi e mi incammino sul sentiero GR34 che mi passa proprio davanti.

Camminando di buon passo, il sentiero é facile e suggestivo con il mare a destra e la brughiera a sinistra, di fronte a me l’isoletta di Kermorvan (riassunto per i distratti, siamo sulla penisola di Kermorvan che ha un’isoletta che si chiama anch’essa Kermorvan). Il forte sull’isoletta con arie da forte da Deserto dei Tartari anche se siamo in mare, é stato costruito su piani dell’architetto Voban l’architetto del Re Sole. Posso raggiungerlo a piedi ma devo tenere d’occhio la marea altrimenti rimango bloccato come il Capitano Drago.

L'isoletta di Kermorvan sulla penisola di Kermarvan
L’isoletta di Kermorvan sulla penisola di Kermarvan

Voban fu un architetto formidabile i suoi fortini sono omnipresenti in Bretagna e sempre riconoscibili. Uno stile quindi una “signature” come dicono i francesi inconfondibile. Decido di prendere il rischio di restare forzatamente per la notte sur fortino e traverso. Sulla collinetta dietro il forte mi rendo conto di essere (a occhio) sul punto più all’ovest della Bretagna, là dove finisce la terra.

A proposito, il dipartimento diciamo provincia, della punta della Bretagna si chiama Finistère tutti lo sanno. Il nome glielo (glielo pronome combinato era tanto che non lo scrivevo) hanno dato i Romani con Giulio Cesare al comando per significare che era la fine della terra. In bretone invece si dice Pen Ar Bed che vuol dire “bout” della terra bout come estremità. I Bretoni venivano dalla Grande Bretagna scacciati dai Sassoni e hanno dato il nome che puo voler dire “inizio” della terra e non fine come i Romani. E tutto questione di punti di vista.

Con queste considerazioni sono arrivato sopra il forte, posso fare la foto del Mare D’Iroise al tramonto e sbrigarmi a tornare prima che il mare risalga.

Fort Vauban sull'Isoletta Vauban con il faro di Le Conquet all'orizzonte
Fort Vauban sull’Isoletta Vauban con il faro di Le Conquet all’orizzonte

Finisco il giro della penisola ripassando davanti al porto ma dall’altra parte ripasso la passerella e mi sbrigo ad andare a prendere il Fromveur che rientra da Ouessant e che mi riporterà a Brest per la fine della visita.

Mentre aspetto il traghetto penso che se fossi Italiano in Italia e non in Bretagna, organizzerei una settimana di vacanza partendo da Roma con la nuova linea aerea che finisce a Rennes, poi il treno TGV fino a Brest e poi una settimana a Le Conquet tra spiagge e passeggiate e crepes e galettes e senza auto. La visita virtuale finisce quì e mi raccomando: se qualche lettore ha voglia di farsi la settimana di vacanza bretone “auto free” che cerchi bene il sottopassaggio pare che ci sia dentro un tesoro nascosto.

Il traghetto arriva da Ouessant per fare tappa e partire per Brest
Il traghetto arriva da Ouessant per fare tappa e partire per Brest

 

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